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Rapina, Mauro Cardinali: “dobbiamo poterci difendere!”

Rapina, Mauro Cardinali: “dobbiamo poterci difendere!”

Proseguono le indagini dei carabinieri per scoprire l’identità dei due rapinatori che sabato sera a Porto San Giorgio, in via dei Giochi Olimpici, hanno massacrato di botte il dipendente romeno della ditta Cardinali per derubarlo dell’incasso della giornata al distributore di benzina di Lido di Fermo

 La vittima della tentata rapina sta meglio, seppure era stato ridotto a una maschera di sangue nell’assalto. Il titolare, l’imprenditore Mauro Cardinali, non si dà pace. Ripercorre, come in un film horror, quanto accadde a lui e alla moglie nel 2012 quando, in piena notte, tre banditi fecero irruzione in casa e colpirono violentemente lui e la consorte, riuscendo a scappare con un bottino da 30mila euro. Non tutti e tre, in verità, riuscirono a darsi alla fuga. Uno della banda fu bloccato dal figlio dell’imprenditore, allora diciannovenne, aiutato da due dipendenti marocchini. Il delinquente, albanese, fu arrestato seduta stante. Alcuni mesi dopo furono rintracciati i suoi due compari, anche loro albanesi, residenti ad Alba Adriatica, due fratelli. Ora, pare che la tentata rapina di sabato sera a Porto San Giorgio possa avere un collegamento, in qualche modo, con l’episodio di 9 anni fa. Comunque si tratta di una banda di rapinatori specializzata in colpi in serie di questa natura. Ricostruendo la dinamica dei fatti, l’assalto al dipendente, su una scorciatoia che l’uomo sempre utilizzava per riconsegnare l’incasso della giornata agli uffici di Cardinali, fa presumere che i malviventi, o chi per loro, conoscessero le abitudini del pover’uomo, brutalmente malmenato. Dalla Volkswagen Golf 5 colore nero, messa di traverso sulla strada a bloccare il percorso alla vittima, sono partiti i militari dell’Arma per analizzare le impronte e risalire ai delinquenti.

Ma il punto è un altro per Cardinali, riguarda la macchina della giustizia. Se pure fossero trovati, cosa succederà? Prenderanno 6 anni di carcere come era stato per gli altri? Quanti anni di galera faranno? Questo è il punto. Perché, senza una giusta pena, il rischio che altri balordi siano incentivati a partire a rapinare poveri cristi è alto. Considerato che il gioco potrebbe valere la candela questi soggetti si specializzano nella professione del rapinatore. Questo è il punto, questa è la sintesi fatta da un uomo come Cardinali, abituato a costruirsi il futuro con le sue mani. Abituato a lavorare, a impegnarsi sul campo.  Uno che dice: «scrivetelo sui giornali che ci dobbiamo difendere se qualcuno ci aggredisce! Scrivetelo che l’aggressore deve sapere che rischia anche la morte, o almeno 20 anni di carcere, se aggredisce, specie se ti entra in casa! Questa legge è una vergogna! Sono amareggiato. Vorrei capire perché, se una persona cammina per i fatti suoi e viene aggredita, la legge dice che deve esserci una reazione equilibrata. Una proporzionalità tra condotta offensiva e reazione difensiva, un equilibrio tra offesa e reazione. Lo scriva sul giornale che non può esserci equilibrio quando si viene percossi fino a diventare una maschera di sangue. Purtroppo mi trovo a ripetere sempre le stesse cose: ci vuole una base di rispetto, di educazione, di moralità, altrimenti non andiamo avanti».

L’assalto in casa Cardinali, nella notte del 10 ottobre 2012, fu di una violenza tale che la notizia rimbalzò su tutti i giornali finendo nelle cronache locali e nei salotti delle tv. L’imprenditore e sua moglie dormivano nella loro abitazione, in contrada Canale, a Fermo quando quattro uomini assaltarono la casa. Tre fecero irruzione in camera, con il volto coperto dal passamontagna: Gena Noni, 26 anni, Blerini e Marius Gashi di 28 e 24 anni, mentre il basista, un 31enne di Pedaso, anche lui albanese, aspettava fuori. Gli investigatori erano arrivati ad acciuffare i 4 individui partendo da un’auto che i due fratelli residenti in Abruzzo avevano continuato a usare dopo il colpo. Chissà che anche stavolta da quella vecchia Golf non si arrivi a stringere le manette attorno ai polsi della coppia in azione sabato scorso.

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