728 x 90

Claudio Baglioni, 12 metamorfosi: da Agonia al camion giallo di Castelluccio, passando per Questo Piccolo Grande Amore

Claudio Baglioni, 12 metamorfosi: da Agonia al camion giallo di Castelluccio, passando per Questo Piccolo Grande Amore

 

di Marco Urbani

Il Teatro dell’Aquila di Fermo, il prossimo 2 Febbraio, ospiterà il grande ritorno dal vivo di Claudio Baglioni con il suo spettacolo Dodici Note Solo; uno spettacolo che porterà il cantautore romano sui 50 teatri lirici e di tradizione più prestigiosi del Paese.

Benchè con Dodici Note ci si riferisca a quelle che, fra bianchi e neri, costituiscono un’ottava musicale, è curioso osservare la coincidenza per cui, a sedersi al pianoforte del Teatro dell’Aquila, sarà anche il dodicesimo Baglioni della sua carriera o, per dirla come una dinastia regale, Baglioni XII.

Non è il caso di scomodare la teoria fisica delle superstringhe, quella per cui ognuno di noi avrebbe 11 doppi sparsi nell’infinito dei multiversi; è sufficiente, prima di ascoltare il dodicesimo Baglioni, ricordare a noi stessi gli 11 Baglioni che lo hanno preceduto.

1) Il Baglioni dei primi anni ’70, occhialuto, aspetto colto, intellettuale, conosciuto a Centocelle con il soprannome di agonia, che cantava il tradimento della Signora Lia a Speciale per voi di Renzo Arbore e Leone Mancini.

2) Il Baglioni della metà degli anni ’70, cantore dei cuori giovanili, dei primi baci sulla spiaggia, dell’amore come alternativa alla lotta politica.

Toni idilliaci, parole dolci E tu, Amore bello, Sabato Pomeriggio; brani che raggiungono il loro apice con Questo piccolo grande amore, premiata nel 1985 come Canzone d’amore del secolo.

3) Il Baglioni della fine degli anni ’70 che schivava tutti i produttori che gli proponevano l’ennesimo singolo da Juke Box per cambiare rotta e ritrovarsi solo; da qui nasceva appunto l’album Solo.Un concept album sulla solitudine, brani dolenti, lontani dall’atmosfera estiva, descrizioni di personaggi emarginati dalla società Quante volte, Gagarin, 200 lire di castagne, in cui però compaiono i tratti di una poetica che sarà fondamentale per la svolta d’autore del Baglioni successivo.

4) Il Baglioni poeta degli anni ’80, con i capelli più corti e lo sguardo carico di tenera tensione poetica: il Baglioni che riesce ad inserire la poesia con la P maiuscola in brani di grande musicalità: Strada facendo, I vecchi, Le ragazze dell’est, La vita è adesso, E adesso la pubblicità e, il capolavoro, Uomini persi, probabilmente ispirata da  L’uomo che camminava per le strade, romanzo incompiuto dello scrittore Silvio D’Arzo: Quello là, presso la vasca, così roseo e sereno, un giorno forse avrebbe bestemmiato e fatto male agli uomini. Impossibile, impossibile a vederlo ora così, col cavallino biondo di latta fra le mani lente: eppure anche i cattivi sono stati bambini.

5) Il Baglioni che, tra gli anni ‘80 e ’90, supera se stesso con l’album Oltre: un kolossal, come lo definì Gino Castaldo su Repubblica; una poetica più ermetica, grandi duetti (Mia Martini, Pino Daniele, Youssou N’ Dour, Paco De Lucia) e una profonda ricerca musicale.

Stelle di stelle, Domani mai, Le mani e l’anima, Noi no, Mille giorni di te e di me; brani che sanno di fisicità, di cavalli, di stelle, di donne, di cielo.

6) Il Baglioni degli anni ’90 che, con il disco Io sono qui, sfida la scarsa musicalità della lingua italiana.

Una vera e propria sfida alla parola per portare l’italiano, lingua nata a tavolino e poco musicale, allo stesso livello delle lingue occidentali, come l’inglese o i dialetti, nate dal parlato e per questo più adatte ad adagiarsi sulle note.

Ne escono fuori testi come:

battiti combattiti
abbatti i rettili corrotti
sopra i relitti dei malridotti
sbattuti giù
per i delitti ai derelitti
per sempre vittime dei conflitti
battiti battiti

(L’ultimo Omino)

male di me
che male e’
male di vivere
male duro
male detto
che male fa
un male dell’anima
quest’animale

(Male di me)

7) Il Baglioni comico del disco Anime in gioco, che canta la sigla del cartone animato Heidi e duetta con Riccardo Cocciante sulle note di Pippi Calzelunghe.

8) Il Baglioni elettronico che, a cavallo del nuovo millennio, nel disco Viaggiatore sulla coda del tempo esprime in musica e parole la rivoluzione tecnologica che stavamo per vivere da lì a qualche anno.

9) Il Baglioni sportivo che, a cavallo del secolo, ha composto inni per le più grandi manifestazioni sportive: Acqua nell’acqua per i Mondiali di nuoto di Roma nel 1994, Da me a te per i Mondiali di calcio di Francia 1998, Va’ per le Olimpiadi invernali Torino 2006.

10) Il Baglioni dei concerti improvvisati, come quello del 1995 su un camion giallo a Castelluccio di Norcia, quello sul balcone della casa natale a Centocelle, nell’aprile 2008 o, ancora, quello davanti agli ombrelloni nell’isola di Lampedusa nel festival dal lui ideato O’Scià.

11) Il Baglioni istituzionale, in camicia bianca e vestito nero, che presenta Sanremo e canta nell’Aula Paolo VI davanti al Papa.

Molti suoi estimatori saranno legati ad uno o più di questi 11 Baglioni e tutti saranno d’accordo sul fatto che ad essere 11, forse, non sono stati i Baglioni ma sono state le stagioni della vita che, da grande artista, ha saputo leggere e restituirci con grandi canzoni.

Non ci resta che andare al Teatro dell’Aquila di Fermo, il prossimo 2 Febbraio, per vedere il ritorno dal vivo di Claudio Baglioni con il suo spettacolo Dodici Note Solo.

Per tutte le info sulle date spettacolo e circuiti di vendita: servizioclienti@friendsandpartners.it 02.4805731. Prevendita per la data di Fermo su Ticketone dal 29 ottobre.

Per la prevendita alla biglietteria del teatro dell’Aquila verrà data comunicazione a breve.

                                                              

2 comments

Posts Carousel

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *

2 Comments

  • Cucaio
    Ottobre 22, 2021, 12:07 am

    Articolo interessante. Solo un chiarimento: Uomini persi è stata ispirata da Pavese.

    REPLY
    • Inchiostro On Line@Cucaio
      Ottobre 22, 2021, 7:27 am

      “In più mi ronzava nelle orecchie l’affermazione di Pavese secondo cui tutti, anche i peggiori delinquenti, erano stati un tempo bambini”. Grazie mille per la precisazione.

      REPLY

Latest Posts

Top Authors

Most Commented

Featured Videos

Categorie